La storia di Cervia è stata avvolta dal mistero: gli studiosi chiamano Cervia “la città dei tre siti”, in quanto essa viene ricostruita tre volte nel giro di tre periodi storici.
La città era nota come Ficocle e probabilmente ebbe origine greca.
Sorgeva non lontano dalla linea costiera, a metà strada tra l’attuale Cervia e Ravenna.
Il toponimo riprende la vicinanza al mare: Ficocle in greco significava “luogo reso celebre dalle alghe”.
Essa venne interamente distrutta dall’Esarca Teodoro nel 709, poiché si era alleata con Ravenna contro Costantinopoli.
Ecco perché Cervia venne ricostruita al centro del Prato della Rosa, all’interno della Salina. Essa contava ben tre ingressi collegati alla terra ferma da ponti levatoi, sette chiese e una rocca difensiva voluta da Barbarossa.
Si narra che quando la città era nel mezzo da fitti boschi e di vetuste foreste, il vescovo di Lodi mentre passeggiava in pineta, vide un cervo che riconobbe funzionario divino! Secondo altri il nome della città era probabilmente dovuto alla presenza di “Acervi”, enormi mucchi di sale posti ai margini della salina dopo ogni raccolta.
Comunque i cervi erano particolarmente numerosi nei boschi limitrofi e fu così che la città assunse il nome di Cervia, con una posizione geografica più sicura, ma con una condizione ambientale difficile.
La salina era una palude e la popolazione iniziò ad ammalarsi e perire.
Nel 1697 Papa Innocenzo XII, Capo dello Stato Pontificio, decise di ricostruire la città nuova in una posizione più salutare.
Il documento con cui viene dato l’ordine indica precisamente il numero delle case, la posizione della Cattedrale e del Palazzo Vescovile, quella delle carceri per una spesa complessiva di 35-40.000 scudi.